MIND - L’approccio Alekseyev: le prigioni che non esistono e i limiti invisibili
#0 FEBBRAIO 2020

dI Rossella Pruneti.

Left & Right

Per quanto forte sia il corpo, è dalla mente che arriva la vera forza. Perché la mente è un po’ come quello che chiamiamo “il cuore”, la passione: non conosce limiti, o se li conosce, è capace di operare un salto spesso (apparentemente) irrazionale e vedere oltre. Andare al di là. Vi è mai capito di infrangere un limite, raggiungere un piccolo record personale e sentirvi forti e pieni di ottimismo per averlo fatto? Capire che non c’era motivo, anzi stupirvi quasi di essere rimasti per tanto tempo dall’altra parte della staccionata quando il salto era possibile e vi faceva entrare in un posto, in una zona, dalle mille nuove potenzialità? In questa stagione agonistica, essere arrivata a fare 6-8 ripetizioni di distensioni per i deltoidi con i manubri da 22 kg mi ha confermato che il mio muscolo più importante, la testa, segue i miei sogni. In questo senso, la sensazione è d’inarrestabilità. Spesso è come trovarsi a correre fuori da una prigione senza pareti, eppure finché “ci stavamo dentro” pensavamo che le mura fossero insormontabili e la porta impossibile da aprire. Era tanto facile invece: la serratura si apriva con la forza della mente, quella di non limitarsi da soli, quella di sognare ciò che non è mai ancora successo ma, se lo sogni, può succedere.

Mi piace battezzare questa cosa come “approccio Alekseyev”. Un po’ perché tira aria di famiglia, con un pesista. Ovviamente questo pesista russo, la “montagna umana”, non è stato l’unico atleta che ha saputo prima con la testa e poi con i fatti del suo corpo rompere una prigione che non esisteva e superare un limite invisibile che bloccava lui, insieme a tutta la comunità di pesisti. Vasilt Alekseyev, russo, fu il primo a fare il clean and press con più di 500 libre (227 kg). Era il 1970 e si trovava a Columbus, in Ohio. Nessuno aveva usato quel carico, nemmeno per le distensioni su panca. Lui non si fece intimidire. Imbattuto sia ai Mondiali che agli Europei, riconosciuto come "miglior sportivo del XX secolo", è il primo uomo a sollevare complessivamente più di 600 kg. Ha infranto 80 record mondiali (senza avere allenatori, oppure avendoli ma seguendo parzialmente le loro indicazioni: “Cosa devono insegnarmi? Hanno stabilito 80 record mondiali loro?”). Gli USA lo hanno sempre acclamato, ma il complimento più bello fu dire che con Alekseyev (1970) i Russi avevano risposto all’impresa spaziale della Luna (1969). Erano gli anni della Guerra Fredda tra le due superpotenze e riconoscere che erano state superate barriere come viaggiare nello spazio e sollevare oltre 500 libbre per un uomo… beh, se non sono limiti infranti questi, quali altri possono essere?

Quali sono le caratteristiche dell’approccio Alekseyev?

  • VISUALIZZARE ciò che si vuole realizzare. Vedere le cose dove gli altri non le vedono e non le credono. Questo vale anche per chi dice di “avere trovato per caso” una capacità o un’abilità: le cose si trovano solo se sono cercate, consciamente o inconsciamente.
  • DECIDERE di portare a termine l’impresa PRIMA nella propria mente.
  • IMPEGNARSI E ALLENARSI PER REALIZZARLA con coraggio e tenacia.
  • Non temere la propria originalità e spesso NON SOFFRIRE PER LA SOLITUDINE NELLA PROPRIA IMPRESA. È difficile essere seguiti in terreni inesplorati, in giungle pericolose o in deserti dove la maggioranza (inizialmente e prima che voi non lo segnaliate) è incapace di vedere qualcosa di interessante da scoprire. Solo dopo l’esplorazione con successo, dopo che il sentiero è stato ricavato tra le fitte fronde della giungle e il tesoro del deserto è stato segnalato, solo allora si aggiungono gli altri. È stata tracciata la strada e la possono seguire, spesso allargandola, migliorandola, asfaltandola.

Dopo Vasily altri ci riuscirono, tra cui l’americano Ken Patera. Perché? Perché la prigione era stata aperta e si era visto che “si poteva”. E si poteva perché qualcuno, uno, ci aveva creduto di potere.